Roma. Web Reputation. Una intervista a Simona Petrozzi

La web Reputation è la percezione che gli utenti del web hanno di una ...


R: La web Reputation è la percezione che gli utenti del web hanno di una determinata persona o azienda. La reputazione digitale incide inevitabilmente sulla propria attività. La lesione della reputazione è un avvenimento drammatico per l’individuo che colpisce tutto l’ecosistema in cui vive: professionale, sentimentale, relazionale, economico.

 

D: Quanto conta l’aspetto psicologico?

R: E’ fondamentale nella ricostruzione della propria immagine e reputazione. Per questo è fondamentale mettere a disposizione degli interessati una squadra di professionisti, tra i quali è opportuna la presenza di uno psicologo specializzato che possa aiutare la persona o gli esponenti aziendali colpiti dal danno reputazionale a ritrovare quella autostima necessaria per la ricostruzione della propria vita professionale, lesa da ingiusti attacchi mediatici.

 

D: Ma come si costruisce, si mantiene e come si evitano errori nella gestione della reputazione?

R: Il segreto è costruire la reputazione positiva investendo su buone prassi e procedure delle aziende e professionisti, insegnando anche alle aziende a lavorare meglio; aiutare le aziende ad investire nella propria reputazione è anche un modo per migliorare la loro etica. Sono convinta che la reputazione online riverberi sulla reputazione offline e viceversa dando vita ad un’interessante contaminazione. L’investimento in reputazione è un asset intangibile senza tempo. Una via sicura per un profitto certo e durevole. Un tempo gli ideali e gli eroi forti dei giovani erano nello Stato, nella Nazione, nella religione, nella politica. Le aziende che oggi sono in grado di trasmettere valori possono diventare i nuovi ideali ed eroi dei giovani, i nuovi riferimenti della società attuale.

 

D: E’ una necessità impellente trasmettere, soprattutto ai giovani, valori positivi. Come la cronaca ogni giorno ci dimostra.

R: E la comunicazione ha questo dovere. Ma anche le aziende hanno questo compito ormai, non a caso si chiama “reputazione sostenibile”. Come dico sempre: saper comunicare il “virtuoso fare quotidiano”. Finalmente si comprende che le due voci più importanti nel bilancio di un’azienda sono entrambe intangibili: la reputazione e il valore umano come ha detto recentemente anche Giovanni Ferrero durante la presentazione del suo libro «Michele Ferrero. Condividere valori per creare valore». Lo stesso percorso lo stanno attuando le associazioni di categoria come Confcommercio, che grazie alla Presidente Patrizia Di Dio con delega alla Legalità e Sicurezza, ha messo in piedi un percorso di legalità ed etica per la costruzione della reputazione aziendale in collaborazione con Trasparency International ed altri esperti del tema.

 

D: Allo stesso tempo, oltre all’azione di costruzione della reputazione positiva, è fondamentale verificare tutte quelle informazioni inesatte...

 

R: Laddove sia possibile certo. Rimuovere legalmente quelle superate, e pubblicate in contrasto con la normativa vigente. Ritengo che sianecessario che anche i professionisti che si occupano di web reputation approccino eticamente al fine di condurre gli interessati alla condivisione di obiettivi come la legalità nelle imprese e la compliance: business ethics = reputazione positiva.

Fondamentale, come dico da sempre, chiarire fin da subito che non vi è spazio per attività professionali al limite, eticamente discutibili o, in alcuni, persino contro la legge: la gestione della Web Reputation è complicata, richiede il lavoro di più professionisti e non può essere confusa, ad esempio, con l’attività illecita di chi propone ai propri clienti strani hackeraggi o simili.

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